giovedì 22 novembre 2012

IN SCENA! 2012 - TERZO CONCERTO

 
EST

Dal 1977, anno della sua composizione, Fratres, una delle più conosciute creazioni dell’estone Arvo Pärt, è stato oggetto, da parte dell’autore, di moltissime strumentazioni differenti: dall’originale quintetto d’archi si passa, tra le altre, all’orchestra d’archi con percussioni, al quintetto di fiati, all’ottetto di fiati, a dodici celli, a violino o viola o violoncello e pianoforte… Strutturato su otto o nove (secondo l’orchestrazione) sequenze accordali separate da un motivo ritmico ricorrente, il brano è una chiara esemplificazione dello stile denominato da Pärt stesso tintinnabuli (dal latino tintinnabulum, campana), al quale il compositore era giunto dopo uno forte crisi artistica che lo portò, a metà degli anni ’70, a cancellare dal proprio catalogo tutte le opere precedenti Für Alina, prima composizione nel nuovo stile. Derivato dalle influenze della polifonia ortodossa, il tintinnabulum si basa su due voci fondamentali: la prima che arpeggia triadi di tonica e la seconda che si muove diatonicamente per gradi congiunti, donando alla musica un carattere arcaico ed ipnotico.

Musica ricercata, una delle prime opere di György Ligeti (data infatti 1951-53, nonostante la prima esecuzione sia del 1969), vanta il notevole primato, per un brano di musica contemporanea, di essere presente nella colonna sonora di due film di grande successo: Eyes wide shut di Stanley Kubrick (che già utilizzò altre composizioni di Ligeti in 2001: Odissea nello spazio, decretandone così la fama internazionale) e Shutter Island di Martin Scorsese. Nonostante il termine ricercata (o ricercare) si riferisca ad uno stile contrappuntistico, solo l’ultimo degli undici brevi brani per pianoforte solo è scritto in questa forma: di caratteri assai differenti tra loro i pezzi, infatti, testimoniano la ricerca di Ligeti di trovare un proprio originale linguaggio espressivo, e contengono in nuce idee che saranno sfruttate e messe a fuoco nelle composizioni future.

Il ceco Bohuslav Martinu compose la sua Sonatina per clarinetto e pianoforte nel 1956, quando già da tempo abitava negli Stati Uniti, a New York. Strutturata in un singolo movimento con tre distinte sezioni (Moderato, Andante e Poco Allegro), la Sonatina è ricca di ritmi di danza e di marcia, alternati a passaggi più lirici. Il linguaggio, che rimanda al neoclassicismo di Poulenc e Stravinsky riporta il compositore agli anni trascorsi a Parigi (1923-1940), e alla forte influenza che su di lui esercitò il cosiddetto “Gruppo dei Sei” (Auric, Durey, Honegger, Milhaud, Poulenc e Tailleferre).

Al contrario del brano di Martinu scritto in tarda età, il Trio per clarinetto, violino e pianoforte venne ultimato nel 1932 quando Aram Khachaturian era ancora studente presso il Conservatorio di Mosca. Il primo movimento è in stile zingaresco, quasi improvvisativo. Il materiale melodico è spesso ripetuto con ornamentazioni e piccole cadenze, creando un’atmosfera quasi ipnotica. Il secondo movimento inizia come uno scherzo, presto interrotto dall’irrompere di una melodia popolare in un tempo più calmo. I due temi verranno poi combinati, per chiudere ancora con lo scherzo. Anche il terzo movimento è basato su di un tema popolare: una serie di variazioni dello stesso portano al momento culminante, dopo il quale la musica scompare via via nel silenzio.

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