EST
Dal
1977, anno della sua composizione, Fratres,
una delle più conosciute creazioni dell’estone Arvo Pärt, è
stato oggetto, da parte dell’autore, di moltissime strumentazioni
differenti: dall’originale quintetto d’archi si passa, tra le
altre, all’orchestra d’archi con percussioni, al quintetto di
fiati, all’ottetto di fiati, a dodici celli, a violino o viola o
violoncello e pianoforte… Strutturato su otto o nove (secondo
l’orchestrazione) sequenze accordali separate da un motivo ritmico
ricorrente, il brano è una chiara esemplificazione dello stile
denominato da Pärt stesso tintinnabuli
(dal
latino tintinnabulum,
campana), al quale il compositore era giunto dopo uno forte crisi
artistica che lo portò, a metà degli anni ’70, a cancellare dal
proprio catalogo tutte le opere precedenti Für
Alina,
prima composizione nel nuovo stile. Derivato dalle influenze della
polifonia ortodossa, il tintinnabulum si basa su due voci
fondamentali: la prima che arpeggia triadi di tonica e la seconda che
si muove diatonicamente per gradi congiunti, donando alla musica un
carattere arcaico ed ipnotico.
Musica
ricercata,
una delle prime opere di György Ligeti (data infatti 1951-53,
nonostante la prima esecuzione sia del 1969), vanta il notevole
primato, per un brano di musica contemporanea, di essere presente
nella colonna sonora di due film di grande successo: Eyes
wide shut
di Stanley Kubrick (che già utilizzò altre composizioni di Ligeti
in 2001:
Odissea nello spazio,
decretandone così la fama internazionale) e Shutter
Island
di Martin Scorsese. Nonostante il termine ricercata
(o ricercare)
si riferisca ad uno stile contrappuntistico, solo l’ultimo degli
undici brevi brani per pianoforte solo è scritto in questa forma: di
caratteri assai differenti tra loro i pezzi, infatti, testimoniano la
ricerca di Ligeti di trovare un proprio originale linguaggio
espressivo, e contengono in
nuce idee
che saranno sfruttate e messe a fuoco nelle composizioni future.
Il
ceco Bohuslav Martinu compose la sua Sonatina
per clarinetto e pianoforte nel 1956, quando già da tempo abitava
negli Stati Uniti, a New York. Strutturata in un singolo movimento
con tre distinte sezioni (Moderato, Andante e Poco Allegro), la
Sonatina
è ricca di ritmi di danza e di marcia, alternati a passaggi più
lirici. Il linguaggio, che rimanda al neoclassicismo di Poulenc e
Stravinsky riporta il compositore agli anni trascorsi a Parigi
(1923-1940), e alla forte influenza che su di lui esercitò il
cosiddetto “Gruppo dei Sei” (Auric, Durey, Honegger, Milhaud,
Poulenc e Tailleferre).
Al
contrario del brano di Martinu scritto in tarda età, il Trio
per clarinetto, violino e pianoforte venne ultimato nel 1932 quando
Aram Khachaturian era ancora studente presso il Conservatorio di
Mosca. Il primo movimento è in stile zingaresco, quasi
improvvisativo. Il materiale melodico è spesso ripetuto con
ornamentazioni e piccole cadenze, creando un’atmosfera quasi
ipnotica. Il secondo movimento inizia come uno scherzo, presto
interrotto dall’irrompere di una melodia popolare in un tempo più
calmo. I due temi verranno poi combinati, per chiudere ancora con lo
scherzo. Anche il terzo movimento è basato su di un tema popolare:
una serie di variazioni dello stesso portano al momento culminante,
dopo il quale la musica scompare via via nel silenzio.
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