UOMINI ARMATI
L’evidente
rassomiglianza di alcune caratteristiche compositive (la mancanza di
un centro tonale, il cromatismo spesso esasperato, la predilezione
per il contrappunto e la similitudine di alcune tecniche ad esso
legate, come l’hoquetus con la weberniana
klangfarbenmelodie) ha fatto sì che molti dei compositori del
primo e secondo novecento traessero ispirazione nella musica
dell’epoca pre-barocca (basti pensare allo Stravinsky del
Monumentum pro Gesualdo da Venosa, o a Steve Reich che vede
tra i suoi maggiori ispiratori i musicisti dell’antica scuola di
Notre-Dame Leoninus e Perotinus, o ancora a Glenn Gould, una delle
menti musicali più lucide del secolo scorso, che cita come suo
musicista preferito il virginalista inglese Orlando Gibbons).
Non
fanno eccezione gli inglesi Harrison Birtwhistle e Peter Maxwell-Davies. Se il primo si limita a riorchestrare, con
sonorità in un interessante mèlange di antico e moderno, un
motteto di Johannes Ockeghem ed un hoquetus del maggior esponente
dell’ars nova francese, Guillaume de Machaut, il secondo non
rinuncia neanche in questo caso al suo amore per l’esasperata
teatralizzazione della musica. Il brano inizia infatti come un
ri-arrangiamento di un’anonima messa del quattrocento basata sulla
famosa canzone profana L’homme armè che già ispirò
Jusquin Desprez, ma presto il meccanismo si inceppa. I gesti musicali
diventano assurdi ed esagerati, deteriorandosi in un allucinato
fox-trot, mentre la voce narrante racconta dei tradimenti di Giuda e
di San Pietro [1], tradimenti che si riflettono nella disgregazione
musicale della messa originale.
A
completare il programma si è scelto di eseguire Il Combattimento
di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi, vera fucina
di innovazioni tecniche e musicali, capolavoro di quello stile
rappresentativo che a breve darà vita all’opera lirica, il
principale genere di teatro musicale dal Settecento ai giorni nostri. Qui è possibile leggere il libretto, tratto dal dodicesimo canto della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.
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[1] - Traduzione italiana del testo:
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[1] - Traduzione italiana del testo:
Si
avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, e i sommi
sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché
temevano il popolo. Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota,
che era nel numero dei Dodici. Ed egli andò a discutere con i sommi
sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro
mani. Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro.
Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo loro
di nascosto dalla folla.
Pietro
gli disse: "Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e
alla morte". Gli rispose: "Pietro, io ti dico: non canterà
oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi".
[...Passata circa un'ora, un altro insisteva:] "In verità,
anche questo era con lui; è anche lui un Galileo". Ma Pietro
disse: "O uomo, non so quello che dici". E in
quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il
Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole
che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi
mi rinnegherai tre volte". E, uscito, pianse amaramente.
"Questo
è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me".
Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo
calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per
voi". "Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla
tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma
guai a quell'uomo dal quale è tradito!".
(frammenti
dal Vangelo secondo Luca, capitolo 22 – traduzione a cura
della Conferenza Episcopale Italiana)
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